30 MAR 2025
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La Regione dello Champagne. Il racconto di Roberto Ciancolini

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La Regione dello Champagne. Il racconto di Roberto Ciancolini La Regione dello Champagne. Il racconto di Roberto Ciancolini © n.c.
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Domenica scorsa 28 agosto 2017, durante un evento gastronomico-culinario a Sant’Agata di Mugello, come scriviamo a parte, uno dei giurati era un nostro carissimo amico, collega di lavoro per tanti anni, Roberto Ciancolini di Barberino, il quale essendo un grande appassionato di vini è stato nominato da tempo responsabile di zona dell’Associazione Go-Wine, che ha sede centrale in Piemonte. Parlando del più e del meno mi ha ricordato che con un gruppo di amici e soci Go Wine sono stati ospiti una settimana - dal 12 al 17 agosto 2027 - nella Regione dello Champagne.

 - Abbiamo degustato vini straordinari di varie Maison, ci racconta con orgoglio l’amico Roberto - ma non vi racconterò di come si fa, quali sono i vitigni che entrano nella sua realizzazione, delle cantine dove questo straordinario vino riposa, non vi parlerò di remuage e di degorgement, le librerie sono piene di libri che parlano di questo, dunque non farei che ripetermi, ma cercherò di descrivere le emozioni e le sensazioni che questo fantastico vino può suscitare in ognuno di: UNA PAROLA UN SIMBOLO. Lo Champagne sta al vino come la seduzione all’amore. Appassionata, la seduzione chiede lo splendore di un attimo fugace, o la malizia entusiastica di un gioco. E’ tentatrice in ogni sua espressione, nel breve tempo di una cena, in un serrato scambio di opinioni. Ha l’urgenza bruciante del desiderio. È incalzante come il movimento delle bollicine nel flut, che svaniscono nell’arco di qualche ora, dunque va colto senza esitare. Lo Champagne è il vino - continua Ciancolini - che meglio incarna ed esalta l’attimo propizio, ovvero il momento migliore di essere e di agire. Il gas carbonico è fugace nella sua dispersione verso il vasto cielo, dunque sottolinea la necessità e la premura di godere o porre a frutto quell’istante rischioso e raro, quell’opportunità determinante. Complesso come il momento decisivo al tavolo dell’amore o degli affari, impalpabile come le loro regole, lo Champagne conferisce misura e levità ai particolari che si celano nelle attese del gioco; le fa intravedere , nell’eccitazione di una calma voluttuosa; vino da sempre riservato al desiderio, ne è lo specchio levigato e brillante. Il mousseux francese può tener banco per l’intero pasto ma può anche aprire il varco alla successione degli altri vini. Così come la seduzione che si può concludere in un circolo effimero oppure precludere all’amore. Lo Champagne è qualcosa che si muove, vivo e palpitante, - continua il nostro amico - simile al corpo che si cerca, irresistibile, stuzzicante. Quelle bollicine che sfumano senza altro destino, c’illudono di aiutarci a sedurre, oltre ai fiori di carne, anche la vita, talvolta così ottusa e così misteriosamente resistente ai nostri progetti di allegria. Il vino di Reims ed Apernay accende la scommessa che si cela sempre nella tentazione seduttiva, lussuoso, come è sempre “un lusso” quell’azzardo iniziale, lo Champagne accompagna la speranza di riuscita e la fiducia, o in alternativa esalta i successi. Nel nostro immaginario lo Champagne solennizza i passaggi cruciali e li augura propizi, quelli realizzati nella celebrazione della conquista, quelli ancora auspicati li enfatizza favorevolmente per non farli svanire. Questa vocazione brilla da sempre nel flut insinuante dalla cena malandrina, come nel cin-cin dei nuovi nati. E’ il testimone discreto di ogni modesta occasione della vita che tenta di emergere sull’opacità quotidiana, sulla cupezza dell’esistere.Talmente vasta è l’identità simbolica dello Champagne che quasi quasi ci si dimentica che è un vino, il più grande e stupefacente “per l’intero pasto”, tutti gli altri, eccellenti o comuni sono soltanto “vini”; lui è il vino “che canta e balla”. Se è pur vero come sosteneva il cavalier von Goethe che “la compagnia della donna è fondamento delle buone maniere” lo Champagne è il “fondamento del buon bere”. Intanto anche chi non pratica i liquidi di Bacco, ne rimane catturato, forse, chissà, dal suo fascino propiziatorio ed euforico. G.B. Show, in Candida, dichiara di astenersi dall’alcol, ma si proclama “astemio di birra”, non di Champagne. Esso è gradito da sempre pure all’universo femminile, nel passato piuttosto riottose ad ogni altro alcol, forse perché è il solo vino “che lascia la donna bella dopo averlo bevuto” secondo l’autorevole lezione dell’esperta Madame De Pompadour. Questo prodotto enologico muove perfino gli indifferenti al bere, perciò è un iniziatore privilegiato ai misteri festevoli e perplessi del vino. Allo stesso modo, l’incomparabile vertigine della schermaglia seduttiva apre un varco verso i misteri più insondabili e altrettanto pericolosi dell’amore. Naturalmente è tutto da scoprire se il valico venga praticato, nell’amore e nell’altro caso, o se si preferisca il territorio dell’occasione, se l’iniziazione, cioè, conduca fino in Langa o ci lasci nel conforto del salotto. Il “buon bere” cui lo Champagne ci sollecita tutti, dipende non solo dalla qualità della bevanda ma pure dalla nostra “disposizione al buono”. E quale vino meglio incarna la gaiezza seducente e l’appagamento seduttivo? Quale liquido è più sinonimo della cultura dell’assaporare e dell’ingordigia nel desiderare? Commentava Beaumarchais, - termina Ciancolini - un altro grande francese: spumeggiante, gaio e profondo come il più complesso millesimato, “bere senza sete e far l’amore in ogni tempo”, Signora, sono le uniche cose che ci distinguono dagli animali “.
Perfetta anamnèsi questa di Roberto Ciancolini; che dire ancora, “cin cin” a tutti i nostri lettori. Foto 2. Villaggio nella regione dello Champagne Foto 3. Un famoso champagne francese .

 

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