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Romagna Toscana, 100 anni fa la Provincia si allargava e la fonte del Tevere trasloca per volere di Mussolini

Convegni e una mostra organizzati dall’Archivio di Stato e dal Comitato della Romagna Toscana per ricordare il passaggio dei dodici Comuni

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Da SX: Luigi Pieraccini, Gianluca Braschi, Pier Luigi Lotti, Massimo Ragazzini Da SX: Luigi Pieraccini, Gianluca Braschi, Pier Luigi Lotti, Massimo Ragazzini © nc
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Sono passati cento anni dal 4 marzo del 1923, data del regio decreto n. 544 a firma di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini, che sancì il passaggio di dodici dei quindici comuni della Romagna Toscana dalla Provincia di Firenze alla Provincia di Forlì. Una data significativa dal punto di vista storico che lega le due province e, in senso più ampio due Regioni, con implicazioni sociali, economiche e di identità culturali. Alla base di questo passaggio c’era la volontà di accrescere la Provincia di un terzo, facendone la più grande d’Italia, e di riportare le sorgenti del Tevere (a Verghereto) nella provincia di nascita di Benito Mussolini.

I Comuni trasferiti sotto la Provincia di Forlì furono Tredozio, Modigliana, Portico e San Benedetto, Rocca San Casciano, Dovadola, Castrocaro e Terra del Sole, Premilcuore, Galeata, Santa Sofia, Bagno, Verghereto e il comune di Sorbano successivamente assorbito dal Comune di Sarsina negli anni ’50. Un passaggio che non fu indolore e che vide la resistenza di alcuni Comuni, come si evince dalla lettera scritta dal sindaco di Tredozio nella quale chiedeva che il Comune, insieme a quello di Modigliana, passasse sotto la provincia di Ravenna. 

Per ricordare questa data, nel suo centenario, l’Archivio di Stato di Forlì-Cesena e il Comitato della Romagna Toscana per la promozione dei valori risorgimentali, con il contributo dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana e il patrocinio della Provincia di Forlì-Cesena e dei quindici comuni della Romagna Toscana, organizzano una serie di convegni e una mostra documentaria che racconteranno la storia della Romagna Toscana dall’Età dei Lumi, passando per il Risorgimento, l’Unità d’Italia, fino al Primo Dopoguerra e al passaggio dall’area fiorentina alla provincia di Forlì. 

“In concomitanza con queste iniziative - ha spiegato Gianluca Braschi, direttore dell'Archivio di Stato di Forlì-Cesena - tutto il carteggio intercorso tra la Prefettura di Forlì e i comuni coinvolti nel passaggio dal 1923 agli anni ’60, che abbiamo inventariato, sarà visionabile”. Alla presentazione dei convegni anche il sindaco di Rocca San Casciano Pier Luigi Lotti, il presidente del Comitato della Romagna Toscana per la promozione dei valori risorgimentali Luigi Pieraccini e il vice presidente dell'Accademia degli Incamminati di Modigliana Massimo Ragazzini. Il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, ha inviato un messaggio di saluto per una iniziativa “che assume un valore ancor più significativo nei giorni in cui le nostre colline sono colpite dall’emergenza maltempo”. 

Il primo convegno dal titolo “Le Toscane, le Romagne e l’Italia. La Romagna Toscana dal Granducato all’annessione a Forlì” si terrà a Rocca San Casciano sabato 13 maggio alle 9,30, nel Teatro comunale, a cura del Comitato della Romagna Toscana, per approfondire alcuni aspetti del governo del territorio sotto il Granducato, con un particolare focus sulla comunità di Rocca, sede di sotto Prefettura e ultimo capoluogo della Romagna fiorentina. Interverranno Luca Mannori, Pierangelo Lusini, Fabio Bertini e Ivano Vespignani, moderati da Alessio Boattini. 

Le celebrazioni proseguiranno con il convegno dell’11 novembre nella sede della Provincia di Forlì-Cesena, alle 10, sul tema della “Toscana e Romagna Toscana: dall’Unità d’Italia agli anni Venti del Novecento”. Si terrà invece a Firenze il 30 novembre a Palazzo Vecchio, l’ultimo convegno dal titolo “Le Toscane e l’Italia”. La mostra itinerante “1923-2023 La Romagna Toscana tra Firenze e Forlì” a cura dell’Archivio di Stato prenderà avvio in autunno. 

(Fonte A.d. S. R -  Comitato Toscana Romagna V.R.)  

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