L'escalation di violenze e intimidazioni in città, nell'indifferenza di chi dovrebbe intervenire, cresce sempre di più e alza l'asticella dello scontro con le istituzioni.
Solo in questo contesto, e non come semplice vandalismo (articolo qui) , possiamo inquadrare l'abominevole atto compiuto questa notte all'interno del giardino Caponnetto, dove una mano scellerata ha spezzato in due la targa dedicata ad Antonino Caponnetto, gigante della legalità a cui il giardino stesso è intitolato.
Il giardino, negli anni, è stato più volte vittima di vandalismo, ma mai nessuno aveva osato toccare la targa in ricordo del magistrato. Si tratta quindi di un atto mirato di intimidazione pseudo-mafiosa, volto a inviare un messaggio alla Fondazione Caponnetto, molto attiva in città al fianco dei cittadini riuniti in coordinamento per trovare soluzioni e collaborare con le istituzioni in tema di sicurezza.
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Un vergognoso atto vandalico mirato, che è figlio del degrado del giardino, peggiorato in modo repentino negli ultimi mesi, dove in poco tempo si sono registrati episodi di pestaggi, regolamenti di conti e molestie sessuali.
"Il giardino Caponnetto non merita questo. È necessario riprendere il controllo del territorio. La Fondazione Antonino Caponnetto non tollererà in alcun modo tale situazione e chiede alle istituzioni di intervenire prontamente." Queste le dichiarazioni rilasciate a caldo da Salvatore Calleri, presidente della Fondazione.
Ci uniamo all'indignazione, poiché colpire il ricordo di un grande servitore dello Stato è un atto infame, e ci aspettiamo che dalla politica e da chi ha gli strumenti per agire non arrivino in redazione solo veline di solidarietà, ma anche atti concreti per spezzare il degrado del giardino Caponnetto (dove, per la cronaca, ricordiamo che operano in totale libertà gang, spacciatori e gruppi di maranza) e dell'intera città.