
Sono parole di vivo cordoglio e sentita vicinanza quelle che il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli esprime, dopo aver appreso dell’improvvisa scomparsa della barberinese Tosca Bertoni, che aveva raggiunto il traguardo dei cento anni lo scorso 4 agosto.
Tosca Bertoni si è spenta nella sua casa a Tavarnelle Val di Pesa. Un messaggio, toccante, che il primo cittadino rivolge a nome dell’amministrazione comunale per il grave lutto che ha colpito la famiglia, al figlio Fabrizio, alla nuora Sandra, ai nipoti Filippo e Silvia, agli amici e ai conoscenti più cari.
“Ci stringiamo intorno a tutti loro – dichiara - per la perdita della cara Tosca, donna di straordinaria forza morale, dal carattere mite e determinato allo stesso tempo, con la quale avevamo avuto l’occasione di trascorrere, soprattutto nell’ultimo anno, momenti indimenticabili. Mi riferisco ai festeggiamenti per il compleanno secolare che si erano tenuti lo scorso agosto nei locali della Chiesa del Borghetto ai quali ero stato felice di prendere parte per rendere omaggio al suo meraviglioso percorso legato alle nostre tradizioni, alle nostre radici più profonde”.
“Parlo della preziosa eredità del Punto Tavarnelle - continua - che Tosca, una delle ultime testimoni di questo antico sapere artigianale radicato nel Chianti, ci aveva consegnato simbolicamente raccontando la sua esperienza longeva, iniziata poco meno di un secolo fa, all’età di dieci anni, e mostrando i tantissimi manufatti da lei realizzati, trasmessi alla nipote Silvia che, proprio sull’esempio della nonna, ha imparato a ricamare sul foglio”.
“Ricordo anche il momento in cui la dolce Tosca – ripercorre - ci ha permesso di sfogliare un tesoro di famiglia, una testimonianza ricca di dettagli che ripercorre una pagina storica del nostro territorio quando, alla fine dell’Ottocento, Barberino Val d'Elsa e Tavarnelle Val di Pesa conobbero la separazione istituzionale e amministrativa. Si trattava del diario della mamma Dina Bertelli, scritto in ottava rima, che la figlia aveva custodito con amore”.
“Tosca è stata lo specchio di un'era e di una cultura rurale – conclude - che ha saputo rimboccarsi le maniche dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale, il riflesso di una generazione, quella femminile, che nel dopoguerra ha mostrato grandi capacità di resilienza e, grazie anche alla passione per il Punto Tavarnelle, appreso tra i banchi di scuola, ricamo che sognava ancora oggi, come lei stessa ci rivelava, ha potuto riscattare la propria autonomia realizzando un desiderio di rinascita che interpretava un valore collettivo. Tosca, merlettaia abile, era riuscita a ritagliarsi uno spazio professionale che le ha consentito di esprimere il ruolo sociale e culturale del lavoro come strumento di emancipazione, volano di libertà. Un’attività che si alimentava giorno dopo giorno della gioia di vivere, del talento naturale e dell’impegno di Tosca, realizzato e portato avanti negli anni con dignità, rispetto, sentimenti di amicizia e speranza per il futuro”.