29 MAR 2025
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L'umanità in noi. Oggi inaugurazione per la mostra su La Pira e la 'Germinazione Fiorentina'

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L'umanità in noi. Oggi inaugurazione per la mostra su La Pira e la 'Germinazione Fiorentina' L'umanità in noi. Oggi inaugurazione per la mostra su La Pira e la 'Germinazione Fiorentina' © n.c.
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A Villa Pecori fino al 22 aprile. Sono passati cinquanta anni dal movimento che La Pira definì il "germoglio" ma esso non ha buttato , non è stato fatto fiorire. Da un periodo di partecipazione individuale, di gruppi di base e di comunità religiose mirante allo sviluppo delle risorse umane per una crescita fondata sulla convivenza consapevole delle diversità, dalla fine degli anni ottanta è trionfante uno stile di vita dominato dall'egoismo personale e del mercato, dalla violenza, dalla guerra a "pezzetti", alla ricerca di nuovi nemici, più deboli, su cui riversare la nostra falsa superiorità. Le parole e l’esempio di quelli che diedero vita alla “Germinazione fiorentina”: La Pira, don Mazzi, don Milani, padre D.M.Turoldo, il Cardinale Elia della Costa, don Facibeni, don E.Balducci ma anche Carlo Betocchi, Piero Bargellini, Gian Paolo Meucci, Giorgio La Pira, Mario Gozzini e tanti attivisti dei gruppi di base ci dovrebbero spingere a fermarsi, guardarsi indietro e riflettere sulle rovine etiche, civili e religiose lasciate alle nostre spalle, durante la corsa frenetica per compiacere il mercato e la moda, o la moda del mercato o il mercato della moda. Gli anni sessanta non erano migliori, nessun rimpianto, però una cosa è certa: era privilegiata la libertà di coscienza e conoscenza e la cultura era un valore inestimabile. Tutto questo ci hanno tramandato i testimoni singoli o di gruppo della "Germinazione Fiorentina". Non sono le "migrazioni, i migranti, gli extracomunitari" il problema, il vero problema è che la società occidentale si è smarrita nella sua visione di onnipotenza, di benessere materiale e non accetta o non è pronta a condividere un ruolo dialettico di parità con le nuove società emergenti ma se non lo farà, ne uscirà drammaticamente sconfitta. Dobbiamo educare ed educarci. Sono i corsi e ricorsi della storia. Partendo da questo assunto è nata l’esigenza di ripensare e testimoniare quell’epoca, quel modello di pensiero e vita che nacque e si sviluppò a Firenze a cavallo tra gli anni 60 e 70. A Firenze e non altrove perché a Firenze c’era La Pira, apostolo della pace e elemento di unione tra la visione religiosa e quella laica, tra il divino ed il sociale-politico, poi perché Firenze viveva le sue tensioni in modo più approfondito e riflessivo, con meno clamore mediatico di Milano o Roma, un po’ da “provincia dell’impero”. Una occasione per i giovani di conoscere un movimento che fu realmente “rivoluzionario” tanto da impensierire seriamente l’establishment di potere, sia curiale che civile, e che tanto ha lasciato ed avrebbe da dire, e da dare, anche in questi bui frangenti, nei quali, nel clamore dei festeggiamenti per i 50 anni, si tende a mascherare, attraverso un “culto delle icone” buono per tutti e per nessuno, la reale portata di quel pensiero. Quindi la pubblicazione di un libro di riflessione e testimonianza sulla “Germinazione fiorentina” con i principali personaggi, le idee, gli scritti e le immagini. Poi, nell’ottica dell’azione rivolta ai giovani, una riflessione effettuata da studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e da giovani artisti con quadri ispirati dai luoghi e dalle idee ( da Barbiana alla Madonnina del Grappa all’Isolotto ) e con le immagini fotografiche del fotografo Massimo Fabbri che si è concretizzata in una mostra che si terrà a Bagno a Ripoli, Barberino di Mugello, Pontassieve e Borgo San Lorenzo con pubblicazione del catalogo. Molti istituti superiori di Firenze e provincia hanno manifestato interesse per essere coinvolte negli incontri che termineranno con la realizzazione da parte degli studenti di temi, disegni e fotografie sull’esperienza.

 

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