
RUFINA- Approvato un ordine del giorno sul riordino delle relazioni istituzionali e le prospettive di integrazione. Un incontro-scontro tra “progressisti” e “conservatori”. Si è svolto ieri 26 gennaio dalle ore 21,30, nella Sala Consiliare di Rufina il consiglio dell’Unione Valdarno Valdisieve che aveva come unico punto all’ordine del giorno la discussione sul futuro dell’ente stesso. Con l’approvazione di un ordine del giorno presentato da Davide Maione a nome del gruppo consiliare Centro Sinistra, approvato dalla maggioranza, si è sancita la decisione di progredire nei processi di integrazione politica e amministrativa. L’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve proseguirà il suo cammino, forte di una esperienza positiva sul fronte delle gestioni associate e sarà il quadro all’interno del quale potranno nascere altri processi di integrazione politica ed amministrativa. Dopo una lunga introduzione del Presidente Aleandro Murras - che ha ribadito i servizi associati erogati dall’ente, nel loro sviluppo storico, presentando le decine di migliaia di euro risparmiate grazie a questo modello di gestione - ci sono stati gli interventi dei sindaci e dei consiglieri. Se da una parte il cosiddetto “politichese” è stata la lingua ufficiale della serata, condita da un’aula di ampiezza come minimo insufficiente, e da un grado di tautologia quasi insostenibile; dall’altra, sono emersi quegli elementi che ci possano far intuire come stanno le cose, e chi la pensa come, anche in connessione al proprio territorio di riferimento. Si profila così uno scenario con due fronti contrapposti: “progressisti” e “conservatori” – rispetto il destino dell’Unione, e il guardare a nuove forme di collaborazione, in direzione della Città Metropolitana di Firenze, quali ad esempio Bagno a Ripoli. Marini di Pontassieve, Lorenzini di Rignano, e Benucci di Reggello sono i “progressisti”. I “conservatori” sono Murras di Londa, Magni di S. Godenzo, e Zucchini di Pelago, con Pinzani di Rufina simpatizzante. Con la situazione paradossale che son tutti delle stesso partito, lo stesso PD che al governo ci ha messo in ginocchio. Nel porre la cosa in questi termini, si vuol da una parte alleggerire la tensione; mentre dall’altra dare una idea di come possano stare realmente le cose, a seconda delle dichiarazioni di ognuno di essi, in una situazione che rimane comunque molto farraginosa. Se per il momento l’Unione non è a rischio, c’è la necessità per i “progressisti” di guardare verso Firenze (il centro gravitazionale dei nuovi assetti istituzionali decentrati), soprattutto per Pontassieve, cercando nuove forme di associazione che superino i limiti dell’ UCVV, in vantaggio della propria cittadinanza. Con i “conservatori” che invece, esclusa Rufina, non potrebbero tornare indietro e dissociarsi, ma al limite, potrebbero guardare per nuove alleanze verso il Mugello. Forse per il momento è presto. Ma c’era da aspettarsi forse che fossero già venute fuori delle posizioni chiare, e più pragmatiche, concrete. Parafrasando la citazione di J.F. Kennedy - Non chiederti cosa possa fare l’Unione per te. Chiediti cosa possa fare tu per l’Unione. In sostanza ogni Sindaco, Assessore, Consigliere e amministratore deve chiedersi: A cosa sono disposto a rinunciare? Cosa sono disposto a cedere? Cosa sono disponibile a dare? Per il bene del mio territorio e la salute e il benessere dei miei cittadini. Sono comunque domande dure. In un certo senso possono richiedere all'amministratore anche di negare se stesso. Non è facile dare una risposta onesta e lungimirante. Ma l'esercitare al meglio quel ruolo, il proprio ruolo, può richiedere di farlo. Potere, poltrone, soldi, onore – la dimensione dell’onore è spesso trascurata quando si tratta di politica, ma è alla base della nostre mentalità e visioni del mondo – forse sono le risposte. Per il momento ci sarebbe da augurarsi che al prossimo consiglio qualcuno sia in grado di rispondere a queste domande, almeno in parte. Sennò probabilmente non varrà la pena di parteciparvi.